VALGRAVEGLIA: il ritmo giusto della vita

Molti giovani sono tornati qui a tempo pieno con la voglia di far emergere la ricchezza che c’è in quest’identità, in una cultura agricola e della buona cucina che non è solo filosofia di vita, ma deriva da un saper fare e saper essere maturato nei secoli e ancora in evoluzione.

Immagine di verdure del Mercatino agricolo km 0Quante volte abbiamo provato la sensazione che il mondo corra più veloce di noi: un ritmo frenetico che sommerge le nostre scadenze; le vacanze stesse assomigliano più ad una maratona e sempre meno ad una pausa di pace.

 

Non ci fermiamo più a respirare. Assaporare la vita non significa pigrizia, ma piuttosto una scelta consapevole per privilegiare il nostro benessere. Riscoprire i valori essenziali della vita, non è facile. Ma esiste un luogo che può davvero aiutare, col suo aspetto apparentemente rude e selvaggio e un cuore unico di pacatezza pace, dove la semplicità sa di infinito. Si chiama Valgraveglia: qui il tempo procede con un’andatura regolare, che fa vivere gli abitanti in maniera sana ed equilibrata. Situata a destra della Valfontanabuona, la vicina Valle dei Garibaldi si stende per 65 km circa nell’immediato entroterra della Riviera di Levante e, dopo la prima parte collinare, con castagni e terrazze coltivate a ulivi, viti e ortaggi particolari, possiede le caratteristiche ambientali tipiche della Liguria appenninica. Circondata da una corona montuosa, la Valgraveglia conta oggi circa 2500 abitanti, sparsi in decine di borghi, con case e manufatti in pietra a vista, che si scoprono come sorprendenti gioielli di pace rurale, incastonati tra la vegetazione rupestre, su rosse pareti di diaspro rosso. Basta avventurarsi nelle strade laterali rispetto alla via principale per scoprire gli insospettabili borghi di Nascio, Cassagna, Statale, Botasi, Corte, Casesoprane, Sambuceto, Castagnola, per citarne alcuni, ciascuno con sue particolari caratteristiche ben conservate nel tempo.

In Vallata sono presenti rocce che si sono formate oltre 200 milioni di anni fa e che per un ribaltamento geologico sono affiorate, consentendo la visibilità di specie di minerali estremamente rare come i pilows. La conseguente massiccia concentrazione di minerali ha dato origine ad un’attività estrattiva, ancora in corso parzialmente e, oggi, anche emozionante museo di vita da visitare, con un trenino che, a Gambatesa, va verso le viscere della terra. A Gosita, vicino a Zerli di Ne, è inoltre facilmente raggiungibile la rovere millenaria, una pianta monumentale protetta dal wwf, alta 15 metri, con una chioma larga 39 metri e una circonferenza del tronco di oltre 5 metri. Erica, ginestra e corbezzolo, lecci e pini, caratterizzano la parte media della Valle, che offre ambienti molto diversi nel raggio di pochi chilometri. Le colline del tratto iniziale sono innervate, nel bacino del fondovalle, dall’omonimo torrente Graveglia, che forma una V, come nella scritta Valgraveglia: l’affluente di sinistra proviene da Chiesanuova e Pontori; l’affluente di destra, invece, scende da Reppia, “Rupes” luogo aspro, forte, detto così per la grandiosità delle sue rupi e la varietà dei minerali, la vegetazione rigogliosa, la purezza delle sorgenti, la fertilità del suolo e la salubrità del clima. La Valgraveglia un tempo, era chiamata anche “Valle dei Mulini”, segno evidente dell’attività agricola che la contraddistingueva. Ancora oggi, la maggior parte delle case, ha la cantina al piano terra, con lo “strenzou”, cioè il torchio, i tini, le botti, l’attrezzatura rurale per vinificare in famiglia. Non s’intende con questo, fare una descrizione nostalgica, del “com’era meglio un tempo” : il contadino qui non ha mai smesso di esserlo almeno un po’; anche chi è andato a lavorare altrove ha continuato a coltivare le terre nel tempo libero. E’ una forza che c’è dentro ad ogni abitante nato e cresciuto qui, la forza ancestrale degli odori e dei sapori di una vita che mette al primo posto i bisogni essenziali e la qualità del vivere. E’ proprio per questo motivo che negli ultimi dieci anni c’è stata un’inversione di tendenza: molti giovani sono tornati qui a tempo pieno, contribuendo al risveglio della piccola agricoltura dalla quale si ricava sostentamento, creando un altro tipo di ricchezza: la qualità del tempo, dei ritmi, delle relazioni, delle atmosfere. Lo stesso mercatino che si fa ogni sabato mattina, da maggio a ottobre, sulla piazza principale di Conscenti, offre qualcosa di molto di più del prodotto fresco e coltivato senza additivi chimici: le persone fanno chilometri per venire qui, perché queste bancarelle sono uniche nel loro genere. Nel prodotto che viene venduto c’è tutta la fatica della semina, della crescita e della raccolta; è palpabile dalla faccia dei contadini, dai loro discorsi, dal loro modo di essere, che sono proprio loro a fare i prodotti. Non sono semplici venditori da fiera, lì per fare cassa, ma sono orgogliosi della loro “gea – piccin – na” , della cipolla Rossa di Zerli, del fagiolo “patanin” , della “pendin – na grossa” , della pesca “agostanin – na”, della patata “Quarantin-na” perché sanno che sono i prodotti più antichi proprio di questa terra, quindi preziosi e da salvaguardare dall’estinzione. Ogni contadino, sta riproducendo i semi che nei secoli i vecchi avevano selezionato come di qualità più buona e come piante più resistenti e adatte a questa terra: crescono naturalmente senza bisogno di trattamenti; i concimi sono quelli di una volta e la differenza di sapore si sente subito.

Tutto l’anno è possibile andare a cercare direttamente ciò che serve a casa degli agricoltori, in settimana o nella gita domenicale, assaporando il contatto con la vita rurale. I giovani che hanno scelto di fare i contadini a tempo pieno, forti della storia degli anziani, sono protagonisti dell’andare avanti con lo stile di ieri e la cultura più giusta dell’oggi, tanto che, accanto alla ricerca dall’antico prodotto, troviamo la loro etichetta scritta al computer, con la vera traccia di ciò che si mangia, di ciò che vogliamo essere fatti. Molti clienti hanno capito che tutto questo, pur così semplice, è importante e nutre lo spirito, oltre che il corpo.

Valgraveglia è… Anche buona cucina: negli agriturismi e nelle trattorie rinomate della zona si ritrovano l’olio, gli aromi e i sapori unici di questa terra, cotti anche sotto il testo, come una volta. Si può naturalmente dormire in Valle, guardando dalla finestra aperta il melo fiorito, lì fuori, con il canto degli uccelli in sottofondo, al risveglio. Tra l’artigianato locale gli oggetti in legno o in cera d’api con profumo di miele, i mandilli da groppo, i testetti in terracotta, l’abbigliamento per il tempo libero, in questa Valle di colline e basse montagne a due passi dal mare.

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